John Form ha trovato il regalo perfetto per sua moglie Mia: una bellissima e rara bambola vintage in abito da sposa bianco. Ma la felicità di Mia per il dono durerà molto poco. Durante una notte terrificante, la loro abitazione viene invasa da una setta satanica che attacca violentemente la coppia, lasciandosi dietro terrore, sangue e la bambola Annabelle, ora veicolo di un male ancora più spaventoso…
L’ avevamo vista per la prima volta rinchiusa in una teca in The Conjuring – L’ Evocazione di James Wan, uno degli horror di maggior successo dello scorso anno e, un po’ per l’aspetto davvero da brividi ed un po’ per il passato certamente temibile ma rimasto sottinteso, aveva da subito acceso la nostra curiosità: quali erano i fatti, appena accennati nel film di Wan, che avevano fatto finire Annabelle “prigioniera” nel seminterrato degli occultisti Ed e Lorraine Warren, a propria volta costretti a farla benedire due volte alla settimana per poterla tenere sotto controllo ?
Immobile ed inquietante protagonista dei primi notevoli minuti del film di Wan, la bambola “infestata” ha incuriosito a tal punto gli spettatori da far decidere alla produzione di dedicarle un intero lungometraggio e così, invece di dare un seguito alle avventure dei coniugi Warren, si è preferito – come moda vuole – narrarne gli antefatti, finendo per seguire una prassi simile a quella che ha portato sugli schermi Machete di Robert Rodriguez. Il caso è abbastanza noto: Machete era parte di una serie di finti trailer inseriti fra Grindhouse e Planet Terror, double feature di Quentin Tarantino e Rodriguez. Tale fu il successo (dei finti trailer, della pellicola molto meno…) che a gran voce i fans chiesero un film vero e proprio dedicato al baffuto vendicatore, concesso poi da Rodriguez nel 2010 e bissato da Machete Kills! nel 2012.
Su Annabelle e le sue malefatte è intervenuto perciò John Leonetti, già direttore della fotografia di The Conjuring e quindi teoricamente (James Wan a parte) personaggio alquanto accreditato perlomeno sul piano visuale. A film in sala però non si può dire che l’ operazione spin–off sia del tutto riuscita.
Fedele all’ estetica ed alla linearità della trama degli horror marchiati James Wan, ovvero l’inserimento di un elemento perturbante in una cornice di più o meno apparente normalità (vedi anche i migliori romanzi di Stephen King), anche in Annabelle lo spavento non arriva dalla sottrazione e dalla negazione ma dalla chiara e palese visibilità del mostro di turno. Il problema è che il soggetto che avrebbe dovuto portare tensione e paura (appunto la bambola Annabelle) è soltanto il tramite del male che qui – come in Insidious – appare nelle guise di un diavolaccio spaventoso. Così la bambola, per quanto spaventevole, di fatto non compie alcuna azione se non l’ essere testimone/tramite muta di quanto succede alla povera Mia. Annabelle non è quindi un horror che si rifà al filone “bambola assassina”, ma tende ad un genere più soprannaturale che ha i suoi punti fermi ne L’Esorcista e in Rosemary’s Baby (al netto delle continue citazioni e fatte le ovvie ed opportune distinzioni).
Se da un lato, evitando la prima soluzione, saggiamente si scantona il rischio dell’ involontaria comicità (vista la mancanza di ironia della pellicola, Annabelle che si aggira per la stanza con un coltello avrebbe sicuramente scatenato più di una risatina), dall’ altra rimane una sensazione di incompiutezza dovuta forse a diverse aspettative e/o ad una sceneggiatura spesso approssimativa. Per il resto comunque non si può dire che la pellicola non faccia “il suo sporco lavoro” e, seppure gli spaventi siano perlopiù furbescamente garantiti dagli aumenti improvvisi di volume, alcune sequenze – purtroppo poche, però - sono realmente ben girate e ben gestite (una su tutte quella ambientata nel sotterraneo locale lavatrici). Sequenze che però non sono sufficienti a rendere Annabelle un film che si possa dire riuscito; le situazioni proseguono in accumulo perdendo via via di efficacia fino ad arrivare ad un finale così sfacciatamente aperto da lasciar intendere che la teca dei Warren dovrà attendere la bambola maledetta per almeno altri due o tre (speriamo migliori) capitoli